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10 Comments

  1. Luca Ripellino
    13/02/2008 @ 10:17

    Quando la trasparenza vale più di una certificazione…

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  2. Marco Caminada
    18/02/2008 @ 11:35

    Gli errori di fertilizzazione che stai facendo, Francesco, si sentono tutti nei tuoi prodotti.
    Spero che continuerai a sbagliare ancora per molto tempo. 🙂

    Marco Caminada

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  3. andrea pagliantini
    02/03/2008 @ 23:20

    Francesco, una domanda quanto letame dai a pianta e di quale animali?

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  4. Francesco Travaglini
    04/03/2008 @ 10:28

    Andrea,
    il prezioso letame ci viene dalle nostre 600 pecore…
    Per quanto riguarda i quantitativi diciamo che siamo sui 300 quintali ad ettaro ed anche più. Un calcolo a pianta?
    Non l’ho mai fatto ma credo che siamo sui 30-40 kg distribuiti sulla proiezione della chioma sul terreno.
    Il sesto d’impianto è molto ampio (9 metri per 8) per cui molto letame viene di fatto ..disperso negli spazi non coperti dalla chioma ma per fortuna non abbiamo problemi di scarsità 😉
    Ciao!

    p.s. il lavoro lo facciamo ad anni alterni

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  5. Francesco Travaglini
    04/03/2008 @ 17:12

    9 metri per otto è il sesto d’impianto…

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  6. andrea pagliantini
    04/03/2008 @ 19:55

    Francesco,
    sesto di impianto piuttosto ampio, qui da me si va nella massimalizzazione di piante per ettaro,(ma non si da molta importanza all’olio purtroppo, siamo un pò troppo vinodipendenti) che va nel 5 x 5.
    Mi interessava sapere come facevi, perchè lo scorso anno per ridare energia e grassezza al terreno in un oliveta appena comprata ho usato letame di chianine e ne ho dato 20 kg a pianta, con risultati di recupero strabilianti.
    Adesso hanno una chioma verdissima come se fossero lecci e hanno prodotto legname nuovo e buono per olive.
    Nell’anno in cui non dai letame, presumo non dai niente o concimi con qualche concime organico?

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  7. Francesco Travaglini
    06/03/2008 @ 15:48

    Si in effetti è un sesto d’impianto anomalo ma per noi non è un problema, usiamo l’oliveto anche come pascolo.
    A mio parere a parte gli impianti intensivi con sesti molto fitti ed alberi monoconici, penso che il migliore sesto sia 6×6 o 6×7.
    Dipende comunque molto dal tipo di terreno e dalla sua esposizione.
    Nell’anno in cui non diamo letame, per ora non abbiamo mai avuto bisogno di integrare.
    Hai potato? Lo fai tutti gli anni vero?

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  8. andrea pagliantini
    07/03/2008 @ 13:09

    Qui bisogna fare i conti anche con la scarsa produzione ed il terreno impervio e sassoso, il sogno, la meta da raggiungere rimangono i 2 litri di olio a pianta.
    Però molti sull’olio non credono, tante aziende sono produttrici di vino e si concentrano solo su quello, considerando l’olio un parente povero.
    Poi la gente nata e vissuta qui va a comprarlo in dame da 5litri al supermercato a a non ti dico il prezzo e comprenderai molte cose, su come stia andando la coltura dell’olivo.
    A potare ho iniziato sabato,un’operazione che facciamo ogni anno, per avere legname nuovo, per sfoltire la pianta all’interno e per non mandarle troppo per aria in modo che si possano gestire bene senza tanto uso di scale e accessori in tempo di raccolta.
    L’età media dei raccoglitori comincia a diventare alta e diventa una necessità averli ad altezza giusta e raccogliere da terra con la macchnetta o l’agevolatore, che dir si voglia.

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  9. Francesco
    08/03/2008 @ 16:09

    Due litri a pianta significa con una resa diciamo di 15 litri…15 kg di olive a pianta? ..pochine
    Quanto hanno le piante? Devono essere giovani..
    Dalle parti nostre, negli anni buoni arriviamo a raccogliere 40-50 kg a pianta. Poi ci sono alcune piante secolari che ne danno molte di più..
    Certo poi ci sono annate, come la scorsa, con medie più basse.

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  10. andrea pagliantini
    09/03/2008 @ 12:36

    Arrivare a raccogliere 20 kg a pianta di olive è il sogno di tutti.
    Io ho piante che vanno dai 15 fino ai 40 anni, forse più, ma le caratteristiche del suolo e la difficoltà dei numeri sono una costante, se poi aggiungiamo anche la siccità degli ultimi anni, il quadro è quello che è.

    Reply

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