Emozioni
Ieri si è conclusa, come meglio non poteva, la tre giorni dedicata a tratturi e tartufi: l’iniziativa di cui avevo parlato qualche giorno fa.
Sono stati giorni intensi, direi addirittura sorprendenti.
Sabato mattina era in programma percorrere il tratto di tratturo Cigno-Biferno, parte del braccio Sant’Andrea-Biferno, circa 10 km in compagnia di cavalli, buoi e mucche.
Lorenzo mi ha chiesto di portare anche le nostre pecore.
Ho parlato con il nonno Antonio… era un pò titubante: le pecore sono gravide, farle camminare alle 10 del mattino con più di 30 gradi non è prudente, poi la strada da fare è parecchia però…
si leggeva negli occhi la voglia di ripercorrere quel tratturo spolverando vecchi ricordi.
Alla fine non abbiamo detto di no. Nonno Antonio non ha detto di no decidendo di percorrere solo un piccolo tratto, 500 metri, prima di mandare le pecorelle al loro consueto, tranquillo pascolo.
Un piccolo tratto, dall’incrocio del signor Pardo “u luong” fino all’imbocco della via di “schien dell’asin'”.
La carovana con una cinquantina di cavalli, una mula,un vecchio carro trainato da buoi podolici tutti preceduti da un piccolo biroccio trainato da una cavalla, parte alle 9,30 dal torrente Cigno. Noi li aspettiamo dopo un paio di km al bivio di Pardo, novantunenne arzillo, che notata la caciara di pecore e gente che arriva a due passi da casa sua esce fuori curioso.
Noi, già dalle 9,30 siamo in attesa di vederli scollinare. Le pecore pascolano tranquille inconsapevoli di tutto.
Verso le dieci li vediamo all’orizzonte. Per la verità abbiamo un pò il timore che le pecore si spaventino vedendosi intorno tanto movimento di cavalli e persone.
Per questo motivo avevamo pensato di accodarci alla carovana per evitare problemi ma, nonno Antonio ha deciso che non potevano non fare da battistrada…. su! camminate davanti! forza!
Un pò di fatica per farle uscire dalla stoppia di grano, dov’erano, per via del movimento inconsueto che le circondava ma eccole lì davanti a tutti.
Bellissime!
Ci voltiamo e tutti ci seguono. Non nascondo che un brivido ha percorso la mia schiena e conoscendolo, gli occhi del nonno Antonio, sono sicuramente diventati lucidi dall’emozione.
Le pecore camminano tranquille. Troppo pochi 500 metri… arriviamo troppo presto, devono fermarsi.
Si accostano, lasciano passare tutti e poi tornano al pascolo.
Ma, sono bastati 500 metri per far rivivere un vecchio ricordo, un’antica consuetudine che si ripeteva due volte all’anno inondando di vita strade verdi larghe 110 passi
Voglio far seguire la carovana anche alla piccola Giulia che però non può camminare a piedi ed allora decido per seguire i cavalli in fuoristrada.
Saltano a bordo 9 persone, due anche nel bagagliaio, tutti decisi a seguire la lenta processione.
Io però, non resisto, non ci riesco a stare in macchina, dico a Pia di mettersi alla guida e parto a piedi. Pia ha al suo fianco, il suo papà, il nostro nonno Antonio che non si è fatto pregare ed è salito in macchina.
Ho percorso senza accorgermene, i 7 km che ci separavano dal Casone luogo dell’arrivo.
Raramente mi sono sentito così fiero d’essere figlio di questa terra.
.Alla sera c’è il convegno del professor Natalino Paone, il maggiore studioso dei tratturi e della civiltà della transumanza
E’ un uomo d’altri tempi, quieto ma grintoso, che dal palco rivolgendosi direttamente ai politici seduti in prima fila li bacchetta dicendogli in faccia che forse farebbero bene a non fare nulla e lasciare i 450 km di tratturi molisani al loro destino in luogo di spendere malissimo soldi pubblici (10 milioni di euro nel molise finora) rovinandoli. Pur di spendere… Alla fine del convegno lo avvicino mentre accompagnato dal giovane nipote prende la via per tornare a casa sua, a Isernia: posso farle un omaggio? una bottiglia del nostro extravergine, l’abbiamo chiamato Tratturello… Parliamo 10 minuti ma mi bastano per capire che ha gradito molto l’olio e il nostro spirito e che vorrà presto risentirmi.
Ieri domenica, è in programma all’interno dell’anfiteatro romano, la cena preparata dallo chef Cozzolino dell’Hotel Dora di Venafro. I due primi piatti semplicemente favolosi.
Poi un’altra sorpresa: Piero Ricci ed il suo gruppo Ecletnica Pagus. Molisani che suonano musica popolare con al centro del palco la zampogna di Ricci incorniciata da arpa, oboe, corno, organetto e percussioni. Piero ha suonato nientedimeno che alla scala diretto da Muti. Girano il mondo suonando del Molise.
…altra emozione!
Insomma grazie a Lorenzo Gammieri, a Giulia ed al presidente della Pro Loco Larinese, Nicola Lozzi, in questi tre giorni è venuto a galla il meglio del Molise. Bravi!
Un neo: poco l’impegno del movimento turismo del vino: si va bene.. bottiglie e sommelier che presentavano le cantine molisane ma ho notato in generale una certa vena di presunzione che non fa bene alla vitivinicoltura molisana che deve crescere, crescere ed ancora crescere.
… anzi secondo neo: la freddezza dei larinesi che continuano a conservare l’atavico tangibile immobilismo, cosa che farebbero bene a mettere da parte se vogliono riportare l’antica Larinum all’antico splendore.
29/08/2007 @ 21:07
Ciao Francesco,
ti ringrazio per il brava ma bravo lo dico io a te perchè attraverso il tuo racconto sei riuscito a trasmettere, almeno alcune, delle emozioni che hai provato tu.”Quasi mi pento di non aver partecipato alla passeggiata”.
Bacini a Giulia e Pia.
Giulia
30/08/2007 @ 20:30
Credo che il vostro impegno sia stato esemplare soprattutto perchè intorno avevate praticamente “il deserto” quindi la festa che avete organizzato acquista ancor più valore.
Spero in qualche modo di aver contribuito ad innescare la voglia e la volontà di ripartire con l’edizione 2008! 😉
03/09/2007 @ 14:50
ciao! Bellissimo il tuo Blog…ti ho linkato da http://www.piazzaroma.net
E grazie per questo bellissimo articolo…i tratturi che passione!
Ciao
Cristian
sindaco di http://www.piazzaroma.net
04/09/2007 @ 22:06
Ciao Francesco, anche se con molto ritardo, voglio ringraziare te e tuo suocero per avere partecipato alla passeggiata per il tratturo portando anche le vostre pecorelle.
Ogni volta che rileggo il tuo racconto mi viene voglia di organizzare un’altra passeggiata, soprattutto per rivivere il momento in cui mi trovavo nei pressi della strada “tavrnol” e ti ho visto circondato dal gregge e da tanta gente che ci aspettava.
Ciao
Lorenzo
05/09/2007 @ 09:46
Grazie mille per “l’ospitalità”, Cristian, ho scoperto anch’io la vostra Piazza Roma di Bojano e faccio i complimenti anche a voi.
… i tratturi e la civiltà della transumanza penso che vivano nel DNA di ogni molisano.
Lorenzo, grazie a voi per l’invito ed allora “alla prossima”!!
Sai che “a tavrnol” era un luogo di ritrovo per i pastori: era praticamente una taverna dove ci si poteva ristorare e magari dormire qualche ora prima di riprendere il cammino.
I tre giorni sono terminati con il magnifico “ristoro” preparato dallo chef Cozzolino, ora bisogna ripartire… 😉