L'innocenza di un bambino
Ieri siamo stati a Brindisi. A Restinco, una contrada sperduta nella campagna pugliese.
Siamo andati a salutare Ileana.
Io, Pia e la piccola Giulia.
Per entrare ed incontrare Ileana serviva una autorizzazione della prefettura che sabato e domenica è chiusa.
Siamo andati lo stesso. Dovevamo portare a Ileana i soldi necessari per tornare a casa dall’aeroporto di Bucarest, 400 km, dove verrà gentilmente accompagnata dallo stato italiano.
Nei giorni scorsi le avevano rubato i soldi sotto il cuscino.
Alla prima uscita di Brindisi, il navigatore satellitare mi guida dritto dritto all’interno della campagna più sperduta: "siete giunti a destinazione".
Nessun cartello, nessuna indicazione. Niente.
E già, ma chi può andare a trovare ragazzzi e ragazze straniere che si trovano dentro un lager senza sapere nemmeno in che regione d’Italia si trovano?
Subito pensiamo ad un errore del navigatore. Faccio inversione e poco distante trovo un albergo. Entro e chiedo: "vede quella strada di campagna lì d’avanti? Imbocchi la strada e poi intuirà il posto"
Il navigatore non aveva sbagliato.
Fa impressione. All’interno è anche peggio.
Chiamo Ileana a telefono e le dico che siamo fuori dal cancello lascio i soldi, insieme a dell’uva, un succo d’ananas e dei biscotti al poliziotto che è all’ingresso.
Scendo dalla macchina e mi avvicino al vetro del gabbiotto.
Con un citofono amplificato il poliziotto mi chiede cosa desidero. Spiego che devo lasciare qualcosa e dei soldi ad un’ ospite.
Mi risponde di attendere l’arrivo dell’ispettore.
Arriva un giovane in borghese e mi dice che in via eccezionale possono farci incontrare solo per 5 minuti Ileana. Lo ringrazio e faccio un cenno a Pia e Giulia di scendere.
Si apre la porta di ferro scorrevole. Solo di un metro. Entriamo e subito Ileana ci corre incontro.
L’ispettore ci chiede di entrare nell’ufficio dell’ingresso e ci ricorda che possiamo parlare solo 5 minuti.
Non ha un bell’aspetto Ileana, è molto pallida ma ha una dignità che commuove. Prende in braccio Giulia che subito le dice Ileana vieni con noi adesso?
…………
Ileana mi chiede se ho delle monete perchè solo con quelle può acquistare dell’acqua in più e le sigarette.
Con Giulia in braccio vado in macchina a prenderle. Entrando non avevo diretto lo sguardo verso l’interno.
Gabbie! Reti alte 7-8 metri.
Come il muro di cinta.
Dentro vedo ragazzi di colore. Appena mi vedono mi chiedono alzando la mano: capo, hai 10 euro da cambiare in spiccioli? Sono impacciato, non rispondo ma faccio un cenno con la mano.
Giulia che è tra le mie braccia, saluta energicamente tutti.
Forse avrà pensato: quanti amici ha papà!
Esco e la porta si chiude subito dietro di noi. Prendo i soldi in macchina e la porta si riapre.
Uno stridere di ferri che fa male alle orecchie.
Il tempo di rientrare ed i 5 minuti sono passati.
MI dispiace, bisogna andare, ci ricorda l’ispettore.
Ciao Ileana.
Usciamo e mi rendo conto che ci osservano dalla vetrata mentre andiamo via. Attraverso lo specchietto scatto una foto dell’ingresso.
I ricorsi sono stati tutti rigettati dal giudice di pace di Campobasso a differenza di quello di Messina, di Ascoli Piceno, di Torino, di Livorno che ha invece accolto i ricorsi in casi identici.
Bisognerà informare i clandestini che devono scegliere la provincia nella quale farsi beccare…..
Mercoledì Ileana partirà.
Si può privare della libertà una persona -chiudendola in un CPT e separandola dal marito –
che viene in Italia con un regolare passaporto da meno di un mese e che ha come unica colpa quella di non aver chiesto in questura un visto turistico sul passaporto entro 8 giorni dal suo ingresso?
Temo, anzi sono certo che queste ingiustizie le pagheremo care.
Ma forse le stiamo già pagando.
Spero ed anzi dobbiamo darci da fare perchè a pagare queste assurdità non sia Giulia, Matilde,….
I nostri figli.
19/09/2006 @ 08:46
Non ho parole…….. a volte drammi anche minori come questo danno una strana luce alle nostre preoccupazioni quotidiane. Spero che la legge Bossi Fini cambi presto. Ma pensando anche alla Cina dove noi chiedavamo i dazi mentre il resto del mondo faceva affari, quanto li abbiamo pagati e li pagheremo i cinque anni di allegra follia egocentrica ??
19/09/2006 @ 23:27
Mi vergogno di essere italiana. Gli altri tre che fine hanno fatto, come stanno? Non so come ci giudicherà chi verrà dopo di noi: il mondo, fino al 1945, diceva di non conoscere l’esistenza dei campi di concentramento tedeschi, eppure gli storici affermano che le informazioni disponibili erano sufficienti per capire. Anche la tua è un’informazione sufficiente per capire: e non è nemmeno l’unica disponibile.
20/09/2006 @ 11:07
Ciao
Fatti dare le motivazioni del rigetto da parte del Giudice.
Se ha fatto un rigetto “generico” senza rispondere alle motivazioni dei vostri ricorsi potete farlo invalidare.
Non so se serva a questo punto ma non si sa mai.
Ciao
Gil
20/09/2006 @ 15:17
Il problema Gilbertino è che non si può dare ad un Giudice di Pace l’onere di decidere su questioni così importanti e delicate. Anche questo è un segnale della cattiva organizzazione della giustizia nel nostro paese che per alleviare e ridurre il lavoro di TAR e Tribunali già di per sè intasati ha pensato bene di passare la patata bollente ai Giudici di Pace che devono mezzora prima decidere sul risarcimento di un tergicristallo di un auto e mezzora dopo, devono condizionare con le loro decisioni le sorti e la libertà di esseri umani oltrechè il futuro di attività produttive.
Non si può accettare una cosa del genere.
Maria Ferdinanda, in quanto italiano e quindi complice di questa ingiustizia provo come te un sentimento di rabbia e vergogna.
Non cambia nulla forse ma anche a nome vostro ho chiesto scusa a questi ragazzi.
Grazie.